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In primavera, l’allungarsi delle giornate e l’aumento delle temperature innesca il risveglio di tutta la vita vegetale ed animale intorno a noi. L’atmosfera è ricca di pollini, che costituiscono l’energia procreatrice della pianta. Anche noi respiriamo questa energia che è presente nell’aria e il nostro corpo e la nostra mente ne sono “contagiati”.
E
ppure, anche se in molti aspettano con gioia l’uscita dall’inverno e l’entrata della primavera, molti altri guardano al nuovo cambio di stagione con un po’ di apprensione.
A volte può accadere, infatti, che il passaggio dall’ora solare a quella legale (e viceversa) rappresenti un momento critico in grado di scombussolare i nostri equilibri, provocando uno stato di malessere molto vicino alla depressione.
Se, con l’arrivo della primavera o con l’arrivo dell’autunno regolarmente cominciate a sentirvi stanchi, irritabili, apatici, probabilmente soffrite di un Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), legato all’influsso delle variazioni climatiche sul sistema endocrino.
Disturbi temporanei come stanchezza, sonnolenza, depressione, senso di malessere generale, come anche irritabilità o insonnia possono essere frequenti.
Il SAD (Seasonal Affective Disorder, sigla coniata da Rosenthal et al. nel 1984) è un disturbo ciclico dell’umore (DSM Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder). Colpisce circa il 2-3% della popolazione europea in una fascia di età compresa fra i 20 e i 40 anni, con una maggiore incidenza nelle donne.
I sintomi possono essere:
- stanchezza
- irritabilità
- sbalzi d’umore
- scarsa concentrazione
- apatia
- eccessivo appetito con forte desiderio di mangiare cibi ad alto contenuto di carboidrati
- ipersonnia e letargia
Ma quali le possibili cause ?
Le cause non sono ancora chiare, le ricerche condotte finora suggeriscono che la ragione è da ricercare nelle variazioni climatiche di temperatura, umidità e pressione, in grado di influenzare alcune sostanze chimiche (neurotrasmettitori) responsabili del nostro umore, primo tra tutti la serotonina. Soprattutto la variazione di luce solare influirebbe sulla produzione di questo neurotrasmettitore che regola anche il ciclo di sonno-veglia e di melatonina, ormone anch’esso coinvolto nella regolazione del sonno, “inceppando” la capacità di adeguare e sincronizzare i ritmi fisiologici e causando stress, inizialmente solo fisico e poi anche psicologico.
Come si può diagnosticare il SAD?
Rosenthal et al. hanno elaborato un questionario per valutare la suscettibilità ai cambiamenti stagionali.
Il SPAQ (Seasonal Pattern Assessment Questionnaire) è suddiviso in quattro sezioni:
- la prima, considerata la più importante, permette di calcolare la tendenza dell’umore a variare nel corso delle stagioni, valutando in che misura sonno, rapporti sociali, umore, peso, appetito e livello di energia mutano;
- la seconda sezione permette di delineare un profilo stagionale individuale;
- la terza raccoglie informazioni sulla reattività ai cambiamenti climatici;
- la quarta parte indaga se l’esaminato percepisce come un problema le eventuali variazioni.
Quindi, che fare?
Con buoni risultati, ma ancora non scientificamente provati, il SAD potrebbe esseretrattato con la melatonina, già utilizzata contro la sindrome del jet-lag.
Soluzioni significative, sono poi sia la terapia di gruppo, grazie alla quale ogni partecipante può condividere i propri vissuti e stati emotivi, uscendo dall’isolamento sociale, sia, a livello individuale, il mantenimento di uno stile di vita sano.
In ogni caso, per beneficiare al massimo della rinascita primaverile occorre agire sul versante delle emozioni: assecondare il “contagio” della primavera sui nostri sensi, non inibirlo, non trattenersi troppo, farsi portare da tutte le nuove “voglie” (di uscire, di fare, di conoscere nuove persone) ci permette di armonizzarci meglio con il ciclo naturale.