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Blue whale, Hikikomori e sexting: riconnettersi con gli adolescenti sperduti nel web

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Gli adolescenti, sono loro gli esperti del web.
Senza non riescono a stare.
Vivono immersi nello schermo del pc, o in quello dello smartphone, sempre connessi tra loro e con il resto del mondo, ma spesso sconnessi dalla realtà.
Sono le nuove generazioni dei “nativi digitali” , quelli conosciuti anche come i “Post Millennialis”, cioè quelli nati dagli inizi del 1995 fino al 2010.
A tavola, al cinema, a scuola, mentre passeggiano, non se ne separano mai.
Il timore più grande è quello di non avere campo o credito, e in quel caso cercano disperatamente una rete Wi-Fi cui connettersi.
Questi ragazzi sono esposti in età precoce alle seduzioni che viaggiano in rete.
La facilità di accesso, le soluzioni veloci a qualsiasi problema, da quelli esistenziali a quelli scolastici, la semplificazione del mondo e del modo di relazionarsi fanno di internet un mondo parallelo perfetto, al cui confronto quello reale appare deludente e faticoso e dove, di fatto si può arrivare a non distinguere più il vero dal falso.
Il virtuale è, al contempo, stimolante ed analgesico, eccitante e sedativo.
E, ancora, prezioso e pericoloso, immediato e disvelante, manipolativo e capzioso.
Per questo gli adolescenti ci passano tanto tempo, come qualunque genitore sa bene.
E’ poi per eccellenza il rifugio dal quale partire, anzi, nel quale restare, per ogni viaggio della mente e dell’ immaginario. Viaggio che, negando la fisicità dell’ approccio, garantisce un’ onnipotente libertà di agire, sperimentare, emozionarsi, creare, giocare, ricercare.
Ma, come ha opportunamente sottolineato Galimberti nella sua rubrica(Repubblica):”Quali problemi possono crearsi se dedichiamo sempre più tempo a strumenti elettronici?”.
E pur senza arrivare agli estremi della sindrome di Hikikomori, la pervasivita’ del virtuale nella vita dei ragazzi pone qualche dilemma sul come riconnettersi con questi quasi alieni.
Le storie di ragazzi che che hanno rischiato di perdersi nel mondo virtuale mostrano i tanti pericoli a cui, spesso ingenuamente, sono esposti e su cui diventa necessario vigilare affinché i limiti non vengano superati.
Ma dimostrano anche che affrontarli senza demonizzarlo è possibile quanto indispensabile.
Il contributo di genitori, insegnanti ed educatori è fondamentale per proteggere il capitale più prezioso di ogni società:
il benessere e l’equilibrio psicofisico dei giovani.

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