Tanto si potrebbe rispondere, e altrettanto si potrebbe obiettare ma, questa riflessione vuole andare ben oltre quella che è la condizione del solo mondo femminile per rivolgersi invece alle dinamiche insite nella società attuale.
Una società che vede negli estremismi relazionali la sua connotazione e nondimeno il suo paradosso. L’aspra lotta tra il bisogno di stabilità e quello di cambiamento si traducono, sempre più di frequente, in atteggiamenti di eccessivo controllo o di estrema violenza. I numerosi stimoli offerti da una sempre maggiore intercambiabilità ed interscambiabilità tra persone, indebolisce i legami amplificando le sensazioni di solitudine e di abbandono. Come contro-bilanciamento, si assiste sempre di più all’aumento di legami controllanti ed asfissianti che si trasformano in labirinti entro cui ci si perde senza riuscire a trovare la via d’uscita. Veri e propri incubi.
Ed ecco apparire sulle pagine di cronaca, casi di violenza e maltrattamenti, purtroppo agiti nella maggioranza dei casi su donne, che arrivano a livelli talmente estremi che appaiono quasi inumani, ma che denunciano, una disperazione assoluta.
La questione è che continuiamo a raccontarla come se fosse un’emergenza, invece è un problema strutturale, che ha radici profonde nella nostra cultura, e andrebbe trattato come tale.
In questo senso la prevenzione della violenza, fisica ma anche psicologica, è fondamentale.
Lo stupore appare quando ci si accorge che l’ostacolo a volte sono le stesse vittime che tardano a capire che quella relazione, quell’uomo, quell’amore, stanno diventando un vero pericolo.
Diventa allora importante riconoscerne i segnali d’allarme per evitare di giungere all’irreparabile.
Vediamo quali:
Svalutazione continua
Il partner che vuole minare l’autostima della donna le ripete in maniera insistente che non vale nulla, che i suoi sogni non sono valevoli di sforzi, che se lui la lascia non ci sarà nessuno che la amerà come lui…
Controllo delle amicizie e degli affetti
Capita spesso che l’uomo cerchi di isolare la donna, che la tratti come un oggetto di proprietà adducendo la scusa che vuole proteggerla e cerchi di allontanarla da coloro che “non capiscono il suo amore”
Gelosie ingiustificate e stalking
Il compagno che vuole usare violenza psicologica di solito è un individuo controllante, che tempesta la donna di telefonate quando è in giro da sola, vuole sapere con chi è, dove si trova, a volte, addirittura com’è vestita.
Insulti e minacce
Moltissime donne che riescono a uscirne, raccontano che il compagno aveva iniziato ad arrabbiarsi perché veniva contraddetto, per poi finire con insulti e minacce quando si provava ad allontanarsi da lui. Le minacce non riguardavano solo la donna ma anche la sua famiglia.
Per le donne che non riconoscono i segnali o decidono di ignorarli, e che magari si sposano o mettono su famiglia con questi individui, la situazione peggiora notevolmente con la convivenza.
Limitazioni all’autonomia morale ed economica
La vigilanza continua sugli spostamenti, il controllo ossessivo dei soldi, sino alla reclusione. Spesso le testimonianze raccontano una vera e propria prigionia, caratterizzata da umiliazioni e attacchi all’autostima continui che hanno portato a un disagio emotivo importante, ma anche dal controllo delle sostanze economiche della famiglia per limitare le possibilità della donna di rendersi indipendente, sino ad arrivare anche a divieti restrittivi della libertà di pensiero, come quello di leggere un libro, di vedere la tv o di navigare in internet. Il partner ha paura che la donna si informi, sviluppi un pensiero autonomo e lo abbandoni. Si comincia con un “non c’è bisogno che lavori” e si continua così.
Insistenza continua per ottenere rapporti sessuali
Capita spesso che il partner prevaricatore lo sia anche nel rapporto sessuale, rivelandosi eccessivamente insistente con la donna anche quando lei non ne manifesti la voglia. Alcuni giustificano anche i tentativi di abuso con “il troppo amore”.
Falsi pentimenti
L’uomo la cui partner cerca di lasciare per questi abusi si mostra pentito, piangente e disperato, giura che cambierà e che lo farà solo per amore.
Quando la situazione diventa a rischio, bisogna raccogliere la forza e fare ciò che ci racconta Pamela, e che consiglia a tutte le donne che come lei sono passate da questa brutta esperienza:
” Una mattina andai a scuola e parlai con un centro d’ascolto per le donne che si trovava nella scuola stessa, mi hanno aperto gli occhi giorno per giorno e dopo 3 mesi, una mattina quando lui non c’era, presi i miei figli e me ne andai a casa dei miei genitori. Mia mamma ringraziava Dio per quello che avevo fatto, non ci credeva nessuno della mia famiglia perché non li ho mai ascoltati. È stata dura all’inizio, ma dopo 13 anni di tormento ce l’ho fatta. Un messaggio a tutte le Donne vittime di queste violenze fisiche o psicologiche: abbiate il coraggio, anche io non avevo il coraggio di lasciarlo perché c’era qualcosa che mi tratteneva. Scappate da queste “persone” così perché loro non cambieranno mai, vogliono solo distruggerci giorno per giorno, fisico e mente. DONNE, siamo forti e ce la possiamo fare!”.
Buona Giornata al vostro coraggio.